Il secondo mandato di Ursula von der Leyen

da: Alessandro Cinciripini
18 Luglio 2024

La Decima legislatura del Parlamento europeo  riunita a Strasburgo ha eletto la nuova presidente della Commissione europea. Con 401 voti, l’Emiciclo ha conferito alla presidente uscente Ursula von der Leyen un secondo mandato.

Prima di procedere con alcune considerazioni sul voto alla presidente von der Leyen è necessario fare una premessa. Le elezioni europee di giugno hanno segnato un generale peggioramento dell’affluenza negli Stati membri. Il dato principale però, è che in Europa si è registrata una percepibile svolta a destra riflessa anche nel nuovo del Parlamento.

La nascita a destra di ECR di ben due gruppi -Patrioti per l’Europa (Patriots) ed Europa delle Nazioni Sovrane (ESN), che hanno svuotato il vecchio Identità e Democrazia (ID)-  ha riproposto la pratica del cosiddetto “cordone sanitario”. PPE, S&D, e Renew hanno escluso i Patrioti ed ESN dalla presidenza di tutte e venti le commissioni. L’idea di fondo è quella di non lasciare in mano all’estrema destra euroscettica nessun dossier chiave, isolando soprattutto il gruppo di Orbán .

La cosiddetta “maggioranza Ursula” dunque, ha mantenuto il suo ruolo centrale, nonostante i liberali siano usciti fortemente ridimensionati e i socialisti abbiano perso terreno. Di fronte ad una maggioranza non schiacciante, von der Leyen ha anticipato quella che potrebbe essere una dinamica ricorrente nella prossima legislatura: una ricerca di alleanze a geometria variabile per far fronte alla destra euroscettica, dove i principali interlocutori della maggioranza saranno plausibilmente i verdi (Greens/EFA) e i conservatori (ECR).

Nonostante il mancato sostegno della ECR in fase di voto, il gruppo sarà un interlocutore importante. Lo scavalcamento a destra degli euroscettici ha avvicinato ECR alla maggioranza e la delegazione italiana di ECR ha avuto una lunga interlocuzione con von der Leyen sebbene l’accordo non si sia concretizzato. L’avvicinamento decisivo è invece avvenuto con i verdi, che hanno deciso di sostenere la presidente uscente per un secondo mandato.

I temi trattati nel discorso di Ursula von der Leyen sono stati molti e piuttosto trasversali, mostrando la volontà della presidente di ampliare la maggioranza. Riguardo alla crescita economica la prima novità è senza dubbio l’introduzione di un commissario per le PMI europee. L’obiettivo  è semplificare le procedure burocratiche e favorire lo sviluppo e la crescita delle aziende europee. In questo senso, von der Leyen ha sottolineato la necessità di far crescere e di sostenere le aziende europee completando l’unione dei mercati e dei servizi finanziari. L’unione permetterebbe alle aziende di rimanere in Europa e avere accesso a crediti e investimenti.

Sulla difesa comune, von der Leyen sposa la linea comune tra i gruppi europeisti di aumentare gli investimenti comuni. In questo modo, si realizzerebbe un mercato unico della difesa in cui favorire una filiera degli armamenti all’interno dell’Unione. Ciò, naturalmente, senza accantonare l’Alleanza Atlantica che rimane un pilastro indiscusso della difesa europea. Una linea molto dura è stata tracciata contro l’iniziativa di Orbán a Mosca, definita da von der Leyen come un appeasement.

Riguardo la politica estera, la posizione sull’Ucraina è stata rinsaldata promettendo a Kyiv il massimo sostegno fino a una pace giusta. Una novità è sicuramente l’annuncio dell’istituzione di un commissario per il Mediterraneo, a cui si lega l’esplicita menzione del conflitto in Medio Oriente. A tale proposito, von der Leyen ha ribadito il sostegno dell’Ue alla soluzione dei Due Stati per Israele e Palestina. Nel discorso ha citato anche i Balcani Occidentali, la Georgia e la Moldavia, dimostrando di voler proseguire nel processo di allargamento.

Un altro nodo è la transizione ecologica su cui è stata illustrata un’ azione su due fronti. Da una parte la creazione di un “New Clean Industrial Deal”: un piano di industrializzazione che sia sostenibile e a impatto zero. Questo punto è molto importante per le tre forze di maggioranza ed è stato una condizione per il sostegno a von der Leyen. Dall’altra, von der Leyen vuole continuare a combattere il cambiamento climatico per le generazioni future, agendo in maniera incisiva senza fare passi indietro sul Green Deal.

Infine un altro aspetto cruciale che la von der Leyen ha scelto di citare nel suo discorso riguarda il settore agricolo europeo. Dopo le proteste, la presidente ha scelto di raccogliere le richieste degli agricoltori lanciando lo “Strategic Farming Dialogue” che si pone tre obiettivi: garantire accesso per gli agricoltori ai prestiti, premiare le best practice nel settore e tutelare piccoli e medi produttori dalle oscillazioni dei prezzi e dalle pratiche sleali.

I prossimi cinque anni saranno dirimenti: dalle scadenze degli obiettivi del Green Deal, alla definizione del nuovo budget comune fino alla posizione dell’Unione nello scenario geopolitico.  Al netto del conflitto in corso in Ucraina e in Medio Oriente, l’Ue dovrà prendere posizione nei confronti della Cina nell’Indo-Pacifico, tenendo conto anche delle prossime elezioni presidenziali americane a novembre.

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