di Francesco Cirillo
La guerra russo-saudita del Petrolio (guardando a Washington)
Nella tempesta del Covid-19 l’economia Globale sembrava aver subito un ennesimo colpo, ma in grado di reggere e riprendersi. Ma la guerra tra Mosca e Arabia Saudita riguardante le risorse petrolifere, ha innescato un ennesimo terremoto finanziario.
Nella riunione di Vienna di qualche giorno fa la Russia ha rifiutato la richiesta saudita di tagliare di quasi 1,5 milioni di barili al giorno. Ciò ha fatto irritare Riyadh che ha deciso di passare all’offensiva. Dopo il mancato accordo l’Arabia Saudita ha deciso di immettere nel mercato mondiale ingenti quantità di oro nero, come ritorsione. Questo ha innescato il crollo del prezzo del Brent. Il crollo è dovuto ad un mercato petrolifero che per la questione Coronavirus non riesce a soddisfare la domanda, visto che i trasporti, soprattutto aerei, sono fermi a terra.
La questione russo-saudita
La questione della guerra russo-saudita ha motivazioni legate agli Stati Uniti. La Russia vuole abbassare i prezzi del greggio per danneggiare i produttori d gas e petrolio scisto statunitensi. In breve le tecniche di estrazione usate dagli statunitensi hanno rivoluzionato il quadro petrolifero internazionale. Da importatori gli USA sono divenuti produttori di greggio non convenzionale e si apprestano a diventare esportatori. Per il momento sia Mosca che Riyadh hanno affermato che sono pronti a sedersi nuovamente al tavolo delle trattative per raggiungere un accordo. L’azzardo effettuato da Riyadh la mette con una sola via d’uscita: costringere Mosca ad accettare l’accordo che è saltato venerdì 6 Marzo. Il Principe Mohammed Bin Salman ha estremo bisogno di tenere il prezzo del greggio a livelli alti, soprattutto per continuare il processo di riforme economiche della Saudi Vision 2030, ma anche per far capire al mondo che l’Arabia Saudita conta ancora nel mercato globale del petrolio. Mosca invece,anche se alla lunga potrebbe soffrire, può reggere un crollo del prezzo, se non scende sotto i 30/40$ a Barile, conscia che rispetto agli altri anni può reggere grazie ad alcune riforme effettuate in politica monetaria. Ma alla lunga il bilancio potrebbe risentirne. Ora si attende il prossimo summit dell’Opec plus tra maggio-giugno di quest’anno.
Fonti
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/siamo-un-mare-di-petrolio-25364