Il guanto di sfida di Trump all’Europa

da: Alessandro Cinciripini
21 Gennaio 2025

La cerimonia d’insediamento di Donald J. Trump come quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d’America sancisce l’inizio di quello che sembra prefigurarsi un nuovo corso politico per il Paese e per l’Europa. Le diverse novità emerse stanno già suscitando dibattiti. Tra queste, spiccano le recenti prese di posizione del presidente Trump in merito alle relazioni transatlantiche e ai rapporti futuri con l’Unione europea. Trump ha annunciato il ritiro dall’Accordo di Parigi, minacciato tariffe sulle merci europee e messo in discussione il tema della difesa, intrecciando il tutto con le sfide strategiche nel campo della difesa e della sicurezza.

Il cambio di direzione in molte aree della politica estera americana è già in atto. Appena insediato, Donald Trump ha firmato circa 50 ordini esecutivi, il numero più alto nella storia americana. Tra le decisioni prese, spiccano azioni dal forte significato identitario, come la grazia a circa 1500 persone coinvolte nell’assalto a Capitol Hill e l’interruzione della pratica di concedere la cittadinanza ai figli di migranti nati su suolo statunitense. Trump ha trasformato la retorica aggressiva e impulsiva in una strategia politica volta a rivedere e negoziare nuovi equilibri, non solo con avversari come la Cina, ma anche con gli alleati più stretti, come l’Europa.

Subito dopo la nomina di Trump, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha commentato l’elezione durante il World Economic Forum a Davos. L’Unione si prepara a negoziare con un approccio pragmatico fin dall’inizio della nuova amministrazione. Von der Leyen si impegna a mantenere un equilibrio favorevole con il principale partner e alleato dell’Unione. Tuttavia, l’idea di possibili tariffe sulle merci europee è una minaccia per l’industria e le PMI europee, già in difficoltà rispetto alle controparti americane, che hanno attratto lavoratori qualificati e investimenti fuori dall’Europa. Questa situazione è particolarmente evidente nei settori dei servizi digitali e della tecnologia.

L’Europa ha perso terreno appiattendosi su regolamentazioni e normative che rischiano di ostacolare i settori emergenti. Gli Stati Uniti, invece, hanno consolidano il loro primato. L’Europa deve progettare e investire come mai prima per recuperare terreno e mantenere un rapporto paritario con il partner atlantico. Il rischio è di essere travolta dalla possibile nuova guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, un conflitto che metterebbe Paesi come la Germania in difficoltà senza una posizione comune europea. In questo contesto, l’Europa può e deve svolgere un ruolo cruciale, mentre gli Stati Uniti adottano una politica più critica sul multipolarismo e il commercio internazionale.

Anche Maroš Šefčovič, Commissario europeo per le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, ha sottolineato  al Parlamento europeo come l’Ue debba garantire un assetto globale multipolare. Ciò si fonda su relazioni solide e paritarie con i partner globali. Giocano un ruolo chiave accordi come quello commerciale tra l’Ue e il Mercosur, insieme a quelli già siglati con Giappone e Corea del Sud. Parallelamente, il dialogo con Paesi come India, Indonesia e Malesia si rivela cruciale, rafforzando partenariati consolidati con Australia e Nuova Zelanda. In Africa, la cooperazione con il Kenya e i progetti strategici del Global Gateway offrono una direzione concreta, contrastando l’espansionismo cinese e russo.

La difesa del progetto d’integrazione europeo passa anche attraverso una rimodulazione dei rapporti transatlantici in materia di difesa e sicurezza. Trump spinge per una maggiore responsabilizzazione degli alleati europei nella NATO. In primo piano resta il futuro dell’Ucraina, una questione vitale per l’Unione europea. In Parlamento europeo, i gruppi politici che sostengono von der Leyen hanno evidenziato l’importanza di un’Europa capace di difendersi. Questa capacità è essenziale per garantire che l’Ucraina ottenga una pace giusta, evitando di negoziare da una posizione di inferiorità nei confronti della Russia, il cui ricorso alla forza nelle dispute non può essere accettato.

Gli Stati Uniti non si ritireranno dall’Europa, almeno nel medio periodo: ciò che emergerà sarà invece un maggiore coinvolgimento degli alleati europei sul territorio. Questo scenario metterà sotto pressione il settore della difesa europeo, che richiede scelte mirate e investimenti comuni per proteggere gli interessi dell’Unione. Le sfide poste dalla nuova amministrazione Trump all’Europa sono globali e strutturali, e le risposte devono concentrarsi sull’unità e sull’elaborazione di strategie comuni. Questo aspetto rappresenta la chiave per garantire il futuro del progetto d’integrazione europea.

Read more articles

Di nuovo Trump: analisi del voto e possibili scenari

Di nuovo Trump: analisi del voto e possibili scenari

La scorsa settimana i cittadini statunitensi hanno eletto il quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti d'America. La scelta degli elettori è ricaduta sul ben noto -e controverso- candidato del Partito Repubblicano, Donald J. Trump, già presidente dal 2016 al...

leggi tutto
Lobbying in the EU: i canali di accesso alla rappresentanza

Lobbying in the EU: i canali di accesso alla rappresentanza

L’origine della parola lobby risale al latino tardo medievale laubia, loggia o portico. A partire dall’800 venne associato all’immagine dell’anticamera prospiciente le sale del potere: questa accezione deriverebbe proprio dalla “lobby di Westminster”, la zona del...

leggi tutto